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ADDESTRAMENTO ASSERTIVO DI GRUPPO

Come avere successo in qualsiasi relazione

L'evento ha ottenuto 12 crediti ECM 


STORIA N.1

Ho un pensiero fisso

Sono una casalinga di 55 anni, sposata con due figlie. La mia vita forse potrebbe essere, non dico soddisfacente, ma almeno passabile, se non ci fosse un problema che mi porto ormai avanti da diversi anni. Pur non avendo mai avuta nessuna prova certa, nella mia mente continuano a venire dei pensieri frequenti di tradimento da parte di mio marito. Per cercare di calmare la tensione provocata da questi pensieri, che spesso non se ne vogliono andare, mi ritrovo a lavarmi le mani tra le 30 e le 40 volte al giorno (ogni volta per almeno una decina di minuti). A volte tutto questo non basta per calmarmi e mi ritrovo a ripulire tutta la casa per 3-4 volte al giorno, senza nessuna reale necessità. Più di una volta ho cercato di combattere, in vari modi, questi meccanismi che ho appena descritto, ma non ci sono riuscita perché sono più forti di me. Non mi resta ormai che rassegnarmi.

Fxxxxxxxx di Rxxx

 

 

STORIA N. 2

Fissazioni: che fare?

Mi chiamo XXXXXXXXX e ho 35 anni.
Il mondo mi è crollato addosso nella notte tra il 30 e il 31 maggio scorso.
Dopo un periodo di lavoro piuttosto stressante, il 29 maggio sono partito con mia moglie per una vacanza a XXXXXXXX (noi siamo della provincia di XXXXXX).
Nelle nostre aspettative doveva essere una settimana di tutto riposo: mare, sole, passeggiate, visite ai borghi medievali e così via.
Invece, non so cosa è successo, qualcosa di tremendo è accaduto.
Già da qualche giorno avevo dei pensieri strani, di disagio: in pratica mi facevo del male, mi procuravo dolore (non a livelli insopportabili), tormentandomi le dita delle mani o dei piedi. Quando sentivo dolore, però, mi fermavo.
Ero abbastanza preoccupato da questo mio atteggiamento ma l'ansia era comunque a livelli molto bassi.
La sera del secondo giorno di vacanza, mi coglie la paura (mai avuta) di non riuscire ad addormentarmi. Vado a letto ma non riesco a prendere sonno per niente. E nella mia mente si fissa, alimentata dall'ansia sempre più crescente, un pensiero: che quel modo di "procurarmi dolore" sia una vera e propria malattia, una ossessione inguaribile, che mi farà stare male per tutta la vita. "Sto diventando pazzo", pensavo.
L'angoscia è totale: alle 6.20 del mattino mia moglie si sveglia, mi vede stravolto, mi chiede cosa c'è... e io crollo in un pianto di angoscia. La situazione era terribile, mi sembrava di affondare nelle sabbie mobili. L'unica cosa che riuscivo a fare era guardare mia moglie, piangere e chiederle aiuto. Avevo paura di non addormentarmi più e che il mio cervello fosse stato preda, per sempre, di quella fissazione.
Torniamo a casa in anticipo e contatto una psichiatra-psicoterapeuta.
  • Oggi sono all'ottava seduta. Da quella malefica notte, continuano a susseguirsi nella mia mente le fissazioni più diverse: alla paura di non dormire più (tanto assurda quanto superata, ma mi sveglio sempre alle 4.30 di notte), si è sostituita la paura di fissarmi sulle scritte che vedo per strada, la paura di fissarmi sulle parole che sento, la paura di sentire un brusio in testa (che so bene di non sentire); se poi leggo qualche caso clinico, devo stare attento, perché ho paura di fare mio un certo comportamento.
Ora, da 3 giorni, la nuova paura è di farmi male, battendomi i testicoli con un dito. Non lo faccio mai, ma il mio terrore è che questa idea, questa fissazione prenda il sopravvento. Sono perfettamente cosciente dell'assurdità di queste idee ma soffro come un cane. Potrò dimenticare? Potrò ritornare come prima? Che vita mi aspetta?
La psichiatra che mi segue ha detto che sono affetto da un disturbo d'ansia, che ho avuto una vera e propria tempesta emotiva improvvisa.
Mi ha prescritto XXXXXX(antidepressivo) e 10 gocce di XXXXXXX 3 volte al dì (io che non ho mai preso nemmeno il bicarbonato). Lei dice che potrò guarire, che occorre attendere che il farmaco faccia effetto e per questo ci vuole almeno un mese (lo prendo da circa 12 giorni). Abbiamo cominciato anche la psicoterapia: io scrivo una sorta di diario e glielo porto, scrivo anche i sogni che faccio.
Ma certe volte sono terrorizzato, ho paura che queste fissazioni non mi lascino più e crollo a piangere, con mia moglie che fa di tutto per consolarmi.
Cosa devo fare? Ho fatto bene a rivolgermi a una psichiatra - psicoterapeuta? I farmaci sono così risolutivi? E soprattutto, potrò migliorare, guarire, tornare come prima? L'ipnosi può aiutarmi?

 

 

 

STORIA N. 3

Dubbio sul potere della mente

Mi chiamo xxxxxxx ed ho 28 anni. I miei disturbi sono piuttosto vari:lieve disturbo ossessivo compulsivo, difficoltà nel prendere decisioni. Oggi, comunque, questi sintomi si sono attenuati notevolmente, anche grazie all'aiuto della terapia psichiatrica consistente in una cap. al giorno di xxxxxxxx 20 mg. e 1/4 di cap. di xxxxxxxxx 10 la mattina alle 8.00 e la sera alle 20.00.Da un certo tempo però, ritengo di avere una nuova ossessione: temo che con la mia mente posso modificare il mio volto. Tengo a precisare che, fortunatamente questa sorta di ossessione invade la mia mente raramente (2-3 volte la settimana) e dura pochi minuti, dopo averla mandata via, soltanto assicurandomi che questa mutazione in "bruttezza" del mio naso, o delle mie labbra o dei miei occhi... siano soltanto allucinazioni somatiche.Può la mente mutare in bruttezza il volto di una persona? Mi pongo questa domanda -che ritengo sia la causa di questa mia nuova ossessione- perché mi è capitato di sentire ad es. che il cervello rappresenta ancora oggi per la scienza un mistero (e quindi rappresentando un mistero secondo me potrebbe "forse" anche provocare una trasformazione del volto); e che, ad esempio, le stigmate che una persona possiede sono provocate dalla mente della stessa persona....

 

 

STORIA N. 4

Tricotillomania?

Ho 27 anni, sono laureanda in matematica, (discuto la tesi a luglio), figlia unica, e scrivo da Palermo. Sin da quando ero bambina, mi attorciglio i capelli, provo un piacere fisico nel farlo; tutti, genitori, parenti, amici, mi hanno sempre rimproverata per questo "vizio", che io non sono mai riuscita a togliere, per quanto mi sia impegnata. Da qualche anno il semplice attorcigliare si è trasformato in strappare i capelli, e da un po' di tempo anche i peli del pube. Se continuo di questo passo, a detta del mio parrucchiere, resterò presto calva. Ho provato di tutto per smettere, i capelli corti, una cuffia, mia madre mi ha costretto a portare i guanti, mi ha legato le mani con il nastro adesivo, e da poco ha ricominciato con la storia dei guanti. Ma posso mai vivere perennemente con i guanti? E quando li tolgo per uscire ? Ricomincio! Sono ossessionata dalla frase "togli le mani dai capelli !" , l' avrò sentita miliardi di volte, e continuo a sentirla decine di volte al giorno, nonostante abbia cercato di spiegare che mi da fastidio che me la ripetano, e che non riesco a controllare la cosa. La gente crede che io lo faccia apposta, mi dicono che se voglio, se mi impegno, "se ragiono" mi toglierò il vizio, non si rendono conto che la mano va da sola nei capelli, io non la controllo ! Quando ci penso la tolgo, ma non posso stare a pensare alla mano 24 ore su 24 ! Da quel poco che ne so è un tic, forse dovuto a rapporti conflittuali con i genitori, che magari sono relativi al periodo neonatale o alla prima infanzia. E se questo fosse il mio caso, non mi stupirei, vista la situazione familiare che mi ritrovo. Ho sofferto di depressione, ed ho preso diversi medicinali, .... ora sto meglio, ma i cali dell'umore ingiustificati, prolungati, spesso ritornano, così come gli scatti d'ira e l'ossessione dell'idea della morte (non tanto la mia, quanto quella dei miei genitori). Ho imparato a coesistere con tutto questo, pensando ogni volta che è solo una condizione passeggera, che quel buio passerà dopo qualche ora o qualche giorno. Ciò che non accetto, invece, è il mio mangiare in modo smodato, senza regole, a tutte le ore e di tutto, nonostante sia ossessionata dall'idea della dieta : ogni giorno ne comincio una che la sera è già fallita. Ci fu un periodo, verso i 18 anni, in cui credevo di aver trovato il segreto della magrezza : andavo a vomitare dopo essermi ingozzata, l'ho fatto per qualche mese, ma poi ho sentito in T V che era una malattia, (ho ancora impressa in mente quella trasmissione), che provocava gravi danni, e .. non è che abbia voluto smettere, ma non sono più riuscita a vomitare, mi sforzavo, bevevo l'acqua calda, le dita scendevano sempre più in fondo, gli occhi sembravano uscirmi dalle orbite, ma niente, non vomitavo più. Sin dall' adolescenza ho sempre avuto un rapporto pessimo col mio corpo, mi hanno sempre detto che sono magra, ma io non ci ho mai creduto. So che in me c'è qualcosa che non va, sento come se qualcosa si fosse inceppato, in un tempo lontano, non so quando, (forse il fatto di essere figlia unica ha peggiorato le cose), e mi sono stancata di combattere da sola contro me stessa, per cercare di modificare quello che non va.....

 

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La comunicazione assertiva
di Lanari Gianni, Calbi Nunziata - Ed. Finson

L'assertività o arte del rapporto interpersonale è, in Italia, una disciplina ancora misconosciuta. Essa descrive un modo di agire e uno stile relazionale in cui il rispetto dei propri desideri e bisogni riveste un ruolo di primo piano, mantenendo allo stesso tempo l'attenzione ai diritti e all'uguaglianza tra le persone. Il manuale guida il lettore lungo un percorso di crescita e auto-miglioramento che conduce all'equilibrio con se stessi e a una migliore interazione con gli altri...

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